Roberto Badaracco annuncia la fine della stagione del Lac dopo la decisione del Consiglio di Stato sul massimo di 5 spettatori: “Limite ridicolo, avrebbero dovuto dirci direttamente di chiudere”

La decisione di ieri del Consiglio di Stato ha generato confusione non solo riguardo a palestre e corsi di ballo ma anche nell’ambiente culturale. Inizialmente sembrava dovesse essere mantenuto il limite di 50 persone, poi la doccia fredda con il limite portato ufficialmente a 5 persone. Roberto Badaracco, Presidente dell’ente autonomo del Lac e Municipale di Lugano, è stato raggiunto da Teleticino che ne ha raccolto le impressioni e la delusione. Questa sera infatti il Lac sarebbe dovuto partire con una nuova produzione teatrale, ma per cinque persone non si aprirà: “Assolutamente no. Dispiace tantissimo e sono rimasti tutti veramente sorpresi dalla decisione del Consiglio di Stato. Anche noi con tutti i direttori degli eventi, della cultura e dello sport ieri sera eravamo veramente costernati e disorientati perché non si capiva se questa decisione concernesse anche il teatro e la manifestazioni musicali e alla fine si è capito di sì”.

“Limite ridicolo”
“Io capisco la decisione del Consiglio di Stato”, spiega Badaracco, “ma se si può fare una critica sicuramente è quella di non aver avuto il coraggio allora di dire direttamente ‘chiudete’. Tutti si rendono conto che il limite di cinque persone, per un centro culturale come il LAC, è ridicolo e non ci fa tenere aperti. La conseguenza è che se loro non vogliono dirci di chiudere dobbiamo farlo noi e alzare bandiera bianca”.

“Poco preavviso”
“La decisione”, continua il Municipale, “è avvenuta in termini rapidissimi. Sono state applicate ieri, in un giorno non lavorativo, e sono entrate in vigore in poche ore dopo la mezzanotte. Nessuno era preparato. Forse si sarebbe dovuto lasciare un tempo di preparazione di alcuni giorni, come fa il Consiglio federale quando adotta le sue misure. Farlo di punto in bianco per noi è stato molto brutto e, durante la prova generale di uno spettacolo, abbiamo dovuto dire a tutti gli attori che la sera dopo non sarebbero andati in scena”.

“Non fa bene al tessuto sociale”
È dura parlare di prospettive, ma voi avevate in programma molti eventi. Cosa farete adesso? “Abbiamo annunciato questa sera la chiusura del Lac fino alla fine dell’anno, al 7 gennaio più precisamente. Questa è la conseguenza immediata: non possiamo aspettare il 30 novembre, abbiamo bisogno di margini di settimane e non possiamo programmare di punto in bianco un cartellone di qualità. Noi ci auguriamo che poi arrivino notizie positive, sennò il rischio è che la chiusura si prolunghi e questa è la cosa più negativa per i cittadini perché speravamo di fornire prodotti culturali che dessero una parvenza di normalità e di svago. Questa mancanza non fa bene al tessuto sociale perché costringe la gente a casa”.

“Non abbiamo avuto un contagio”
“Inoltre”, aggiunge infine Badaracco, “anche riguardo alla critica che viene fatta che queste manifestazioni creano assembramenti, io posso assicurarvi che con il piano di protezione che abbiamo adottato non c’è stato un contagio e la gente era molto educata e ligia alle regole. Inoltre, come è già stato detto da tanti, non sono questi i luoghi di contagio e nella peggiore delle ipotesi si sarebbe potuto mantenere il limite di 50 persone”.

Articolo originale: https://www.ticinonews.ch/ticino/chiusure-costernati-e-disorientati

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